Intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione dell'incontro con i Soci

 

Palazzo del Quirinale, 19 aprile 2002

Caro Presidente La Rocca, Signore e Signori,

sono molto lieto di darvi il benvenuto qui al Quirinale e di essere qui con voi per celebrare il primo decennale di Diplomatia. Vedo con piacere anche molti volti amici, con i quali ho avuto ed ho comunanza di lavoro, ma soprattutto comunanza di sentimenti e di obiettivi.

Desidero in primo luogo unire il mio apprezzamento vivo per i Soci d'Onore.

Gli ideatori e le personalità che hanno sostenuto il progetto Diplomatia, che dieci anni fa vide la sua nascita, avevano chiara la visione dell'importanza per l'Italia di coltivare i molteplici canali di comunicazione, non solo politici, ma economici e culturali, con l'Europa e con il mondo.

E l'avere compreso l'importanza di coniugare l'azione della nostra diplomazia con l'attività del mondo delle imprese, unitamente a tutti i canali di contatto e di relazioni con tutto il mondo, credo che sia senza dubbio quello che chiamo l'atto di fantasia che ha permesso di dar luogo alla creazione di qualcosa di vitale.

Non è una novità, specie nella tradizione del nostro Paese. La diplomazia non ha mai operato disgiuntamente dalla realtà economica e sociale e dagli interessi che emergono da una società. Ne siete testimoni nella Vostra attività e nei Vostri contatti quotidiani.

Lo sapevano bene gli Ambasciatori veneti e fiorentini, le cui relazioni sono ancora oggi illuminanti per lucidità di analisi e per la concretezza delle proposte, che riguardavano tutti i vari aspetti dell'attività umana - non soltanto politiche, ma anche commerciali, marittime, finanziarie - che formulavano ai rispettivi governi. Queste relazioni sono alle origini delle scuole e della tradizione alla quale si è formata e continua a formarsi, senza soluzione di continuità, la diplomazia italiana. Da decenni, ben prima che si parlasse di globalizzazione, l'azione internazionale dell'Italia ha perseguito gli interessi nazionali; non solo politici, ma economici, culturali e di sicurezza.

Diplomatia interpreta questa vocazione internazionale di Roma e dell'Italia.

Promuovendo il confronto di idee e il dibattito, passando agilmente dal piano governativo a quello dell'economia e della società civile, Diplomatia colloca e arricchisce la dimensione italiana in quella europea e nella più ampia prospettiva globale, dell'intera comunità internazionale e della Nazioni Unite.

Come ebbi a dire al Corpo Diplomatico, accreditato presso il Quirinale, nell'incontro di fine anno, essere in Italia significa essere al centro di legami politici, economici, scientifici e culturali e al centro di interessi che da ogni angolo della penisola spaziano verso i cinque continenti. Da Presidente della Repubblica sono testimone giornaliero dell'intrecciarsi continuo delle tre dimensioni: italiana, europea e mondiale.

Sono sempre più convinto dell'importanza di portare avanti il dialogo culturale; su questo stiamo tutti quanti compiendo un grande sforzo.

Il patrimonio culturale, sia quello europeo, e al suo interno, sia quello italiano, è così importante che sicuramente rappresenta una miniera che faccia sì che le relazioni dell'Italia e dell'Europa, unitamente al resto del mondo, possano avere felici sviluppi.

Si rimane impressionati - girando per l'Italia e parlando con gli imprenditori italiani circa l'entità delle dimensioni delle nostre relazioni industriali e commerciali - dalle realtà di numerose città che hanno creato nuove indutrie, in particolar modo nel Veneto e nell'Italia Centrale, come la Toscana o le Marche. Si avverte ormai la enorme dimensione delle relazioni che in tutte queste località si sono intrecciate. Da esse si produce e si esporta verso ogni paese del mondo.

Attualmente a queste attività di commercio con l'estero si sono aggiunte, in modo determinante, iniziative volte a dar vita a nuovi insediamenti all'estero. Infatti registriamo un numero crescente di imprese che creano e impiantano nuovi stabilimenti in diversi paesi dell'Europa e anche in Paesi al di fuori del nostro continente. Tutto questo assume una dimensione e uno spessore che lascia senza dubbio impressionati. Stando fermi a Roma si perde a volte il senso della dimensione del nuovo.

Ella, caro Ambasciatore, ha citato il mio intervento del febbraio del 1998, "Il cammino dell'Italia verso l'Euro" all'incontro organizzato da Diplomatia, che si svolse presso la residenza dell'Ambasciatore di Germania. Quel tema in quel momento era a me particolarmnte gradito, e che ha comportato l'impegno dell'Italia, come è stato dimostrato dal successo di quell'azione che ci proponemmo e che siamo riusciti a portare a termine.

E proprio ieri è terminata la lunga visita di Stato in Italia del Presidente tedesco, Johannes Rau; è stata una visita di grande amicizia, ma soprattutto carica di grande intensità.

Essa ha confermato la solidità delle relazioni bilaterali, tanto forti da affrontare anche pagine difficili della storia dei nostri due Paesi. E ha ribadito il comune, puntuale impegno dull'accelerazione del processo integrativo europeo.

Vorei anche sottolineare l'aspetto delle iniziative che abbiamo adottato, a cominciare da quella culturale i favore dei musei, che prende avvio in senso bilaterale, ma che è aperta da subito a tutti gli altri paesi facenti parte dell'Unione Europea.

L'Unione Europea è giunta ad una svolta storica, necessaria e non rinviabile, di cui allargamento e approfondimento - cioè dotare l'Unione di istituzioni efficaci ed appropriate alle sue nuove dimensioni - sono le due facce inseparabili.

Il traguardo è ambizioso: un'Unione che parli con una sola voce, che abbia un ruolo incisivo nei Balcani e nel Mediterraneo, che eserciti maggiori responsabilità internazionali.

La gravità della crisi del Medio Oriente e l'urgenza di porre fine alla spirale di violenza, terrorismo e all'uso della forza militare anche contro civili, ci mettono alla prova senza più possibilità di procrastinare.

L'Europa ha un ruolo, insieme a quello, fondamentale, degli Stati Uniti, assieme alla Russia e nell'ambito delle Nazioni Unite; non può assistere impotente alla tragedia in atto in una parte del mondo così vicina, tra due nazioni ambedue amiche.

In marzo, la visita di Stato, che ho compiuto in Sud Africa, mi ha fatto toccare con mano le legittime aspettative dell0Africa, dopo le conclusioni del Vertice di Genova, verso progressi concreti nella lotta contro la povertà e l'ineguaglianza. Uno dei fori dove dare questi seguiti - che si terrà di nuovo a Roma - sarà il prossimo Vertice dell'Alimentazione della FAO, del quale avrò l'onore di aprire i lavori il prossimo 10 giugno.

Questi esempi illustrano il quadro, articolato, complesso, impegnativo dell'azione internazionale dell'Italia. Ne sono diretto partecipe e sono lieto delle occasioni, come quella odierna, per riaffermare e incoraggiare la proiezione internazionale dell'Italia. E' vitale per il nostro Paese, ed è una componente fondamentale della nostra stessa identità nazionale.

Questa è la cornice della Vostra attività. Sono convinto che Diplomatia, grazie anche all'indomabile spirito d'iniziativa della Signora Pinto, continuerà a dare un significativo contributo. E ho piena fiducia nella Sua esperienza e nella Sua capacità, Presidente La Rocca, di indirizzare a questo fine le risorse e le energie necessarie.

A voi tutti esprimo i più cordiali saluti e gli auguri più vivi per la vostra attività.

 

Carlo Azeglio Ciampi